Psicoterapia
Come lavoro
Nel modello psicodinamico ci si chiede: "In che modo il cliente si rapporta con se stesso, con gli altri e con il terapeuta?" Il suo modo di instaurare questi rapporti, infatti, secondo la teoria psicoanalitica, riflette le relazioni del lontano passato con i genitori e i membri della famiglia. Questo lavoro terapeutico ha lo scopo di risolvere i conflitti inconsci del passato connessi con le sofferenze e i più svariati sintomi del presente.
La psicoanalisi si interessa degli aspetti semantici della comunicazione, dei significati, delle metafore, dei simboli e soprattutto del pensiero più che dell'azione. La presa di coscienza (insight) è quindi lo strumento terapeutico per eccellenza.
Viceversa, l'orientamento strategico-sistemico si basa sugli aspetti pragmatici e comportamentali, sull'azione più che sul pensiero; perciò, fra gli strumenti terapeutici più importanti si usano le prescrizioni di comportamento per cambiare altri comportamenti indesiderati.
Il terapeuta chiede al cliente di definire e decidere quali problemi vuole risolvere ed esplora i tentativi di risolverli già fatti dal cliente e dalle persone significative con cui è in relazione.
La scomparsa dei sintomi è l'unico criterio per definire la fine e il successo della terapia. Il terapeuta strategico sistemico non si occupa dunque dei diversi aspetti strategico – sistemici della persona quali motivazioni, fantasie, pensieri, emozioni, né del passato del cliente e della sua storia.
Anche il tempo necessario per la conclusione della terapia è più lungo nel modello psicodinamico che in quello strategico-sistemico, che di solito non va oltre le dieci sedute, in quanto l’accento è posto esclusivamente sulla soluzione dei problemi portati dal cliente nel tempo presente.
Nel primo modello il tempo può essere paragonato all'acqua di un grande fiume che scorre lentamente verso un mare piuttosto lontano, mentre nel secondo è simile all'acqua di un rapido torrente che a volte subisce delle accelerazioni improvvise ed è diretto a una meta vicina.
L'integrazione di questi e di altri modelli - senza cadere in un puro eclettismo - ci consente di operare alle origini o alle radici del sintomo e/o problema in una visione unitaria, in una cornice temporale che comprende passato, presente e futuro della persona.
Tra i modelli "integrati" che fanno parte delle esperienze presentate in questo ambito spiccano la terapia sistemico - relazionale, i'ipnositerapia di Milton Erickson, la psicologia analitica di Carl Gustav Jung, la psicosintesi di Roberto Assagioli, i contributi della Programmazione Neurolinguistica alla psicoterapia.
Nella realizzazione del progetto presentato in questa sede sono stati considerati alcuni punti fondamentali:
- La sinergia dei vari apporti psicologici e psicoterapeutici evita i rischi sia di un assemblaggio di modelli e techniche sia dell'ortodossia sclerotizzante di Scuola.
- Consente di fare riferimento a modelli guida da assumere quali contenitori utilizzandone le tecniche ritenute più idonee, nonché gli aspetti culturalmente congruenti.
- Lascia nel contempo aperta la possibilità di un progressivo ampliamento o miglioramento dei modelli tramite il continuo confronto collaborativo.
La riflessione sui modelli di riferimento accompagna la descrizione dettagliata dei casi clinici, ravvivata dai dialoghi.
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