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Psicoterapia

Vivere il cambiamento
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02/07/2008


CHI SONO IO?

Finché lottiamo contro la nostra identità più profonda, anziché farla emergere, corriamo il rischio di usare il nostro potenziale in senso distruttivo.
L’idea di crescere attraverso il Viaggio ci prospetta mete non solo individuali, ma anche collettive, che riguardano intere nazioni, continenti e il mondo nella sua globalità. In un’epoca in cui siamo bersagliati da messaggi infausti sul nostro destino futuro, questa tematica diventa centrale.
In una società in cui sembra avanzare inesorabilmente il culto della forza competitiva, dell’intolleranza, dell’estremismo e del predominio delle grandi banche, che sembrano decidere del destino delle nostre vite, con il loro potere di immiserirci, è utile riflettere sul potere dei grandi miti che hanno alimentato le radici della nostra civiltà europea e, in particolare, quella italiana nel corso dei secoli.
Considerare anacronistico il risveglio della cultura classica, che ha radici così profonde in tutta Europa, vuol forse dire che siamo talmente impregnati di programmazione e di tecnologia da essere diventati completamente insensibili e sordi ai richiami profondi. Gli USA non possono vantare radici culturali così profonde.
Forse per questo gli statunitensi sono diventati specialisti dello studio del “comportamento” e hanno eretto le “operazioni” e le “azioni pratiche” a filosofia di vita: si veda, ad esempio, il pragmatismo.
Essere sradicati vuol dire non avere senso di identità e di appartenenza. Allora vengono fomentati i sentimenti di intolleranza, per preservare un’"integrità" vacillante e presidiare una presunta identità nazionale, etnica, religiosa, ecc.
Indicare le nostre radici culturali nei grandi miti vuol dire “ritrovarsi” e riconoscersi sulla base di una “piattaforma comune”- e non costruita artificialmente come un programma -emergente da secoli di storia comune ai vari popoli, al di là delle singole etnie regionali.
Vuol dire riunificare la cultura europea attraverso un’identità culturale europea che si diversifichi poi a seconda delle differenti sensibilità al nord e al sud, come successe per il Rinascimento.
Allora non si parlerà più di nazione etnica, facendo coincidere i confini territoriali con i confini etnici, bensì di nazione riunificata da una cultura comune, oltre le differenze di razza, religione ecc.
L’idea di poter combattere attraverso la forza delle idee e della saggezza, come faceva la mitica dea Atena, nota “protettrice” di eroi, può sembrare arretrata in un’era nucleare, in cui le sorti dell’umanità sembrano decise dalle multinazionali e dal potere delle banche centrali, come se si trattasse del tempio di Delphi dell’antica Grecia.
In realtà, è l’Europa dei popoli, della cultura, dell’integrazione e non l’Europa dei burocrati a parlare alla nostra identità profonda, suggerendo soluzioni basate sui valori condivisi.
Il libro è stato scritto nel 2000-2001 in connessione con il volume "Una paura per crescere" di cui costituiva originariamente una parte integrante. Nel 2007 il "complesso" è stato suddiviso in due sezioni distinte, con una configurazione strutturale e grafica a sé stante, per facilitarne la lettura e la maneggevolezza.

Prezzo

€20,00

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