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Coaching

Potenziare le risorse e superare i limiti
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18/04/2008


UNA PAURA PER SOGNARE

Tutti gli uomini sognano, ma non nello stesso modo. Per alcuni, quelli che sognano di giorno ad occhi aperti, "il sogno diventa realtà". Questa espressione è stata attribuita a Laurence
d'Arabia quando, in qualità di giovane archeologo, si aggirava a piedi per la Giordania ad esplorare i castelli crociati. Pare che abbia percorso 2.500 chilometri inseguendo il suo sogno.
E' di comune constatazione che, talvolta, ciò che si riteneva fosse un fatto assodato, sia
diventato poi il contrario di ciò che si credeva.... Questa è la natura del tempo.... Il tempo cambia tutto.... Senza il tempo, nulla cambierebbe.... La luce non esisterebbe senza il movimento.... e il movimento non esiste senza il tempo....
Le frasi precedenti potrebbero costituire la premessa di una "fantasia guidata", di quel sogno da svegli che, nel tempo, porta la persona a trasformare la sua "visione" della realtà. Ciò che è vissuto in sogno diventa realtà: un'evoluzione sana. E ciò che era considerato ormai scontato e impossibile da superare - il malessere esistenziale - diventa poi il contrario: il benessere e la voglia di vivere e di lottare nella quotidianità.
Mi sono chiesta: “Perché io trovo l'inconscio dei miei clienti così inesauribilmente interessante da scrivere spesso tutto di quello che mi riferiscono?” Sono io che sono così inguaribilmente ottimista o ingenua o entusiasta da trovare il nuovo e il bello in ogni cosa o non è piuttosto il mio modo di pormi "tabula rasa", senza "filtri deformanti" fissati aprioristicamente a farmi scoprire il mondo e gli altri come qualcosa che merita ogni volta di essere esplorato perché unico e irripetibile?
Credere che il sogno possa diventare realtà, lo fa diventare realtà. E credere che un cliente sia un soggetto unico e irripetibile lo porta ad individuarsi e ad essere autenticamente se stesso "con la velocità della mente inconscia" che, una volta sollecitata ad agire, sa dove azionare e cosa fare per riorganizzare la totalità della persona su nuove basi.
Io sono un po' "impaziente" di vedere i primi risultati, per cui mi do da fare e "accelero" al massimo il motore dopo aver innestato la seconda marcia, per arrivare in quarta “il prima possibile.” Ciò dà al cliente la rassicurante sensazione di essere in pista e in corsa e che, date le premesse, sicuramente "succederà qualcosa".
Ci sono vari modi di approccio alla vita caratteristici della più tipica visione del mondo associata a ciascun archetipo, che condensa le tappe del cammino dell'Eroe. Quando un individuo passa dallo stadio di un archetipo a quello di un altro c'è un mutamento di prospettiva. La percezione della realtà dell’Orfano è quella di un idealista deluso e quanto più grandi sono i suoi ideali rispetto al mondo, tanto peggiore la realtà gli appare.
II mondo viene visto come pericoloso: sembra una giungla, in cui gli uomini sono o vittime o carnefici. Perfino il comportamento disonesto può essere giustificato dall'Orfano come semplicemente realistico perché "uno deve difendersi prima che l'altro lo aggredisca".
Il sentimento dominante di questa visione del mondo è la paura, e la sua motivazione di fondo è la sopravvivenza. Lo stadio è così penoso che spesso le persone vi si sottraggono usando ogni sorta di narcotici: le droghe, l’alcol, il lavoro, il consumismo, il piacere come forma di stordimento. O le stesse persone possono usare i rapporti umani, il lavoro, la religione come mezzo per attutire il malessere e fornire un fittizio senso di sicurezza.
Per assurdo, queste dipendenze hanno l'effetto collaterale di aumentare il nostro senso di impotenza, la nostra negatività, e addirittura, nei casi delle droghe e dell'alcol, alimentano la sfiducia e la paranoia.
La storia dell'Orfano si riassume nel sentirsi impotenti e nell'anelare a un ritorno all'innocenza totalmente infantile in cui a ogni nostro bisogno provvede una figura materna o paterna tutta amore.
C'è alla base, nell'Orfano, la paura dell'impotenza e dell'abbandono, una paura così profonda da non venire sperimentata direttamente. L'emozione più evidente è la collera rivolta sia all'interno nella convinzione che "la colpa" è nostra, sia all'esterno contro Dio, i genitori, la società, le istituzioni e qualunque cosa o persona possa essere accusata di non essersi presa adeguatamente cura di noi. In una società patriarcale come la nostra questa collera abitualmente viene proiettata sulle donne, come, ad esempio, nei miti di Eva e Pandora.
Mi soffermo sulla considerazione di questo archetipo, in quanto i viaggi evolutivi dei clienti presi in esame in questo lavoro partono in linea di massima dalla visione del mondo dell'Orfano.
E' la storia della ricerca di qualcuno che si prenda cura di noi, della rinuncia all'autonomia e all'indipendenza per assicurarsi quella cura; perfino del tentativo di essere il genitore tutto amore: per il compagno/a, per i figli, per i clienti, per gli elettori, qualunque cosa pur di poter provare che quella protezione può esistere o esiste.
Dopo la caduta e la cacciata dal Paradiso Terrestre viene la lunga e talvolta lenta risalita per imparare a fidarsi e sperare. Il compito finale dell'Orfano è di imparare a contare su di sé, ma generalmente ciò non può avvenire fintanto che l'Orfano non abbia iniziato a cercare l'"albero generoso": "Può darsi che non ci sia nessuno, adesso, che veglia su di me, ma può anche darsi che ne trovi uno".
Alcune donne cercano un Grande Papà; alcuni uomini un "angelo della casa", la donna che offrirà un rifugio dal mondo crudele; molti cercano il grande leader politico, il movimento, la causa, o l'affare da un milione di euro che rimetterà tutto a posto.
La promessa di un ritorno del mitico stato dell’Eden rappresenta una delle più potenti forze in azione nella vita umana. Molto di ciò che facciamo – e che evitiamo di fare – trova in questa promessa la sua motivazione.
Nel frenetico tentativo di mantenere o assicurarci la sicurezza, la protezione, l’amore, il Paradiso Terrestre, strumentalizziamo la terra e gli altri esseri umani. La maggior parte degli individui sembra voler evitare il proprio Viaggio per andare dritto alla ricompensa. Si vuole tutto subito, mentre in realtà possiamo tornare e torniamo alla sicurezza, all’amore, alla pienezza, ma solo come risultato dell’avere assolto al compito del nostro Viaggio.
Il primo passo verso la crescita è chiedere aiuto quando ci si sente impotenti e “Orfani”. Quando ci si sente alienati e tagliati fuori dal rapporto con gli altri, è il caso di dedicarsi alla ricerca della propria identità.
Una volta che l’identità sia stata elaborata e ci si sente più pienamente autentici, di regola i rapporti con gli altri vanno a posto da soli.
Confidare in noi stessi e nel nostro processo vuol dire credere che il nostro compito è di essere noi stessi fino in fondo, e che se lo siamo avremo tutto ciò di cui abbiamo realmente bisogno per la nostra crescita.
Il libro profila il tragitto evolutivo di due donne e due uomini che, giunti in terapia per liberarsi dei loro disturbi ossessivi e compulsavi, hanno risvegliato il loro potenziale eroico illuminandolo con la luce della coscienza.
Il libro è stato scritto nel 1998-1999.

Prezzo

€20,00

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