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Psicoterapia

Un'Intesa Interdisciplinare
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15/01/2008


I NUOVI SENTIERI DELLA TERAPIA

Le difficoltà dell’individuo possono essere viste come gradini del processo di crescita; il dubbio e il rischio possono essere considerati portatori di trasformazioni interne; la confusione può profilarsi come un momento che può condurre ad una ristrutturazione e, quindi, è da preferire alla chiarezza ingannevole delle risposte già confezionate.
Oserei dire che il cliente confuso, disorientato, impaurito che arriva nei nostri studi è nelle condizioni ottimali di recettività alle ristrutturazioni terapeutiche e, quindi, ad un cambiamento evolutivo. Viceversa, quando sono imperanti le rigide limitazioni della coscienza, è molto più difficile intervenire costruttivamente. Infatti, in tal caso, bisogna operare una destrutturazione dei normali schemi di riferimento, per rendere il cliente recettivo alla ristrutturazione.
La complessità della condizione umana, quindi, non offre alcuna ricetta universale.
L’osservazione “empirica” dei pazienti ci suggerisce che la psiche umana è composta di vari elementi: sensazioni, desideri, emozioni, idee, intuizioni, impulsi ecc… Alcune di queste componenti sono associate fra loro; altre presentano discrepanze o conflitti, altre ancora esistono fianco a fianco, estranee e del tutto eterogenee.
Difficilmente la psiche presenta quell’unità, armonia e sinergia, nel senso di azione simultanea e coordinata, che si trova nell’organismo umano, ma non spesso neanche in questo, come dimostrano i disturbi psicosomatici.
Allora si pone la domanda: possiamo unire le varie componenti del microcosmo psichico in una sintesi vitale, “energizzante”?
Ma questa sintesi, piuttosto che numerica, è del tipo: il tutto è maggiore della somma della sue parti. Una musica è qualcosa di diverso rispetto alle note che la compongono. Una frase è qualcosa di più delle singole lettere di cui è formata.
La sintesi è, pertanto, il risultato di un salto qualitativo.
Quando le varie componenti del nostro essere esistono senza connessioni fra loro o sono in conflitto, viene a mancare l’equilibrio interno e affiora l’angoscia o il malessere. Diventa così difficile attribuire valore alla propria esistenza. Ma non appena queste componenti si uniscono, scatta una liberazione di energia e proviamo un senso di benessere: percepiamo più chiaramente il significato della nostra vita.
Questo processo evolutivo, che tende a compiersi in modo naturale in tutti gli esseri umani, spesso si blocca. Allora, da ciò deriva che i sintomi, inclusi anche quelli di cui il cliente può essere solo vagamente consapevole – come nei casi di conflitto d’identità o di dubbio esistenziale – possono essere considerati come dilemmi relazionali i quali possono sciogliersi anche improvvisamente, come neve al sole, nei casi in cui si agisca su un particolare nodo relazionale.
Questo tipo di cambiamento discontinuo per salti è una delle caratteristiche principali del pensiero sistemico, che ha favorito il nostro ottimismo terapeutico.
Il nodo cruciale dell’intervento terapeutico sembra, pertanto, la possibilità di creare tecniche atte ad evocare e facilitare lo scioglimento dei nodi relazionali e a favorire la crescita.
Il libro è stato scritto tra il 1997 e il 1998 e formava un unico volume con “Una paura per vivere”, che si configura come presentazione del percorso terapeutico-evolutivo di cinque persone ed è stato pubblicato nel 2007 sul sito internet nell’area e-commerce. Lo scritto è stato suddiviso in due volumi alla fine del 2006.

Pagg. 249

Prezzo

€15,00

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