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Cross-Culture
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IL NOSTRO FUTURO E’ QUI, OGGI
30/08/2007
Il dialogo si basa sull’individuazione di un punto di incontro nonostante si abbiano opinioni divergenti. Se si cerca il dialogo, non è il caso di utilizzare un approccio che sottolinei le differenze:” Io ho quello che tu non hai”. Un approccio efficace sarà invece quello in cui si cerca di creare sintonia, di trovare un terreno comune sul quale costruire la relazione. Riuscire ad individuare i punti di contatto possibili vuol dire creare un presupposto di confidenza che,adeguatamente sviluppato, porta alla fiducia e al rispetto reciproci.
Oggi occorre creare le condizioni di un dialogo efficace, mentre talvolta si mette in dubbio la possibilità di aprire un dialogo con chi ha convinzioni e modi di vedere e sentire molto diversi dai nostri.
Il libro apre uno spiraglio in questa direzione, mostrando le possibili vie d’uscita da un tunnel che possiamo aver imboccato incautamente.
Pagg. 103
LA BELVA SOPITA
08/02/2008
La messa a tacere della sopraffazione e dell’abuso nei confronti delle donne indica che il Guerriero negativo non viene smascherato e denunciato in quanto tale. Questo atteggiamento di “tolleranza” verso la violenza maschile contribuisce a mantenere nella donna un senso di inferiorità di natura patriarcale che la aliena dalla propria identità femminile.
Questa denigrazione della donna impedisce oltretutto al maschio di aprirsi a sperimentare il proprio femminile interiore, come ho spiegato nello scritto presente nel sito “Le leggi che riguardano la donna sono in sintonia con il femminile?”
La stessa denigrazione mantiene uno squilibrio nella cultura, in quanto i valori maschili predominano su quelli femminili.
Di conseguenza, la grande sfida per la donna è di sviluppare confini e prendersi cura di se stessa come degli altri. In pratica, all’inizio del processo evolutivo, la donna ha spesso problemi perché non si impone a sufficienza e non separa i propri bisogni da quelli degli altri, per cui finisce martire, timorosa, inibita o dipendente dai rapporti con gli altri.
Questo modo di essere femminile è abbastanza tipico della nostra cultura, fin quando la donna non sviluppa un senso di identità separata.
Quando la donna sviluppa una coscienza di sé indipendente dai suoi rapporti affettivi ed è in grado di identificare all’interno di questi i propri bisogni, dà ancora importanza all’aspetto sociale e alla rete delle relazioni reciproche, ma trova adesso modi positivi di soddisfare le proprie esigenze anziché sacrificare ai rapporti la sua personale autonomia.
Lo scritto si articola in due paragrafi, di cui il primo è stato steso nel marzo 2007 e il secondo nel luglio e settembre 2007.
Pagg. 19
LA NUOVA ROTTA DELL’ITALIA
10/02/2008
Nel 2007 in Italia ci sono 22 partiti. Il termine “partitocrazia”, lanciato dai radicali italiani, designa l’occupazione della vita politica del nostro Paese da parte dei partiti e, aggiungerei, della politica della frammentazione, in cui ad ogni differenza che qualcuno può esprimere rispetto al punto di vista di un altro, deve corrispondere una “scissione” e la formazione di un nuovo partito.
Come mai negli altri Paesi con una tradizione democratica consolidata nel tempo come la Gran Bretagna, la Francia e gli USA bastano due-tre partiti per governare il Paese?
Come mai in Italia ad ogni parere divergente dalla linea adottata dal partito deve nascere un nuovo partito?
Si può parlare di “ansia di protagonismo” o di incapacità di mediare, forse perché manca la “cultura della negoziazione”, che non si confonde affatto con il trasformismo o con l’”inciucio”?
Le riflessioni relative a questo argomento sono state stese tra il 2005 e il 2007.
Pagg. 7