DIALOGARE CON ALTRE CULTURE E CIVILTA’

30/01/2008

TERZO VOLUME

Come sono nati i miei libri? Mi sono posta una domanda: “ Come posso aiutare più persone anche mentre dormo? Come posso arrivare alla gente in un modo che non sia limitato dalla necessità della mia presenza fisica?” Con queste domande, mi venne l’idea di scrivere. Il terzo volume dedicato alle tematiche attinenti al pregiudizio nel dialogo con altre culture e civiltà apre ulteriori brecce nella comprensione di un fenomeno diffusissimo, di vasta portata sociale. Le nostre credenze influiscono sulle domande che prendiamo anche solo in considerazione. Molti non si sono mai chiesti “Come posso cambiare le cose?” semplicemente perché la gente intorno a loro diceva che era impossibile. Avrebbero pensato che era solo uno spreco di tempo e di energia. Qualcuno ha osservato che, se insistiamo a porci domande, riceveremo risposte. Abbiamo solo bisogno di formulare una domanda migliore e avremo una risposta migliore. Paragonando la vita ad un quiz televisivo, si può notare che le risposte ci sono tutte; basta solo scegliere le domande giuste per vincere.
Dove manca una coscienza identitaria fondata su valori condivisi e radici storiche comuni, il fondamentalismo sembra radicarsi sempre più profondamente, trovando un terreno fertile di diffusione. Il lasciar fare tipico di un certo permissivismo in cui mancano a monte punti di riferimento identificatori finisce per generare confusione e per disgregare la propria cultura e civiltà. Se nella nostra cultura persistesse il “vuoto di identità”, ci sarebbe un richiamo irresistibile a riempire questo vuoto da parte dei più radicali e orgogliosi sostenitori della propria identità, diversa da quella del Vecchio Continente. Per poter dialogare con altre identità diverse dalla nostra, dobbiamo prima diventare consapevoli dei nostri valori condivisi e delle nostre radici storiche. Solo sulla scia di questa lucida consapevolezza, possiamo sederci ad un tavolo e dialogare alla pari. In effetti, con che cosa si potrà relazionare un musulmano, se dall’altra parte troverà il “vuoto identitario” che viene sbandierato con l’eufemismo di “relativismo culturale”? In alternativa, di che cosa potremmo parlare, se non del PIL, della BCE, della competitività economica ecc…?
In questo libro propongo, in un modo accessibile anche ai non specialisti, numerosi esempi che servono ad illustrare il potere di creare e il potere di distruggere delle nostre convinzioni e credenze, con particolare enfasi sulle implicazioni nelle scelte di vita, nella politica, nei contatti interculturali e interreligiosi.
Il libro è stato scritto tra il 2004 e il 2006. Il capitolo VI è stato scritto verso la fine del 2002 e il capitolo VII all’inizio del 2003.

Pagg. 399

IL FEMMINILE BRUCIATO

18/12/2006

Che cosa si intende per “femminile “, per “anima femminile”? Per comprendere il pregiudizio che grava sulle donne in carriera, bisogna risalire ad alcuni concetti psicologici fondamentali. Il primo paragrafo e le conclusioni sono stati scritti nel 2006 e i successivi paragrafi nel 1999.

Pagg. 34

LE LEGGI CHE RIGUARDANO LA DONNA

03/02/2008

LE LEGGI CHE RIGUARDANO LA DONNA SONO IN SINTONIA CON IL FEMMINILE?

Le leggi tendono a rispecchiare la cultura di una nazione. Sembra, tuttavia, che la lentezza con cui “avanzano” , in relazione ai temi che riguardano la donna, lasci trapelare alcune difficoltà di comprensione e di messa a fuoco della psicologia del femminile.
Questo scritto fa emergere alcune prospettive che possono accelerare le auspicate “soluzioni” ad alcuni problemi connessi alla condizione della donna.
E’ stato steso nel 2006.

Pagg. 41 + pagg. 47